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Basket io ti odio!

Non sto scherzando, la nostra relazione inizia a vacillare, anzi siamo nel nostro secondo momento di crisi e questa volta sono incazzato sul serio!

La prima volta che ho dubitato di te è quando mi opprimevi: passavo 5/6 giorni su 7 in palestra, fra miei allenamenti, fare l’istrutture di minibasket, partite mie, partite di minibasket, riunioni della società, tesseramenti in fip… mi ero reso conto che stavi rubando tutto il mio tempo libero, non ce la facevo più.

Ma io ti amavo, ti amavo tantissimo, non potevamo lasciarci.

Così decisi di abbandonare 10 anni di istruttore / allenatore di minibasket, 10 anni bellissimi, fatti di sconfitte (tante), vittorie (poche, ma nemmeno così poche dai), di momenti indimenticabili come quando contro la Rima Desio (con la prima squadra che è stata anche in A1) noi squadra scalcinata li abbiamo fatti soffrire per 39 minuti e abbiamo ceduto solo sul finale, solo perchè la loro panchina era più lunga e io potevo far giocare solo 6/7 giocatori contro 12!
Li abbiamo tenuti li a soffrire con noi fino alla fine.
Ricordo come se fosse ieri il tiro da 3 di tabella di Diego allo scadere del primo tempo, ricordo benissimo Alessandro in contropiede in un momento clou della partita che si incartava perdendo la palla, ricordo Matteo che con la sua mole gli aveva fatto vedere i sorci verdi!
La partita andava avanti punto a punto: +1 noi, + 2 loro e via così fino alla fine.
Ricordo benissimo gli utlimi 2 minuti, con i miei ragazzi che uscivano per falli stremati, mentre loro mettevano dentro il numero 12 che fino al quel momento aveva giocato poco e piazzava 3 canestri di fila dalla media… game, set, match a Desio.
Ma io ero orgoglioso della mia squadra, avevamo giocato come non avevamo mai fatto, avevamo onorato il basket, avevamo per la prima volta giocato continuativamente come un squadra, avevamo perso, ma avevamo imparato tanto!
Uscivamo dal campo a testa alta!
Potrei descrivere queste e tante altre emozioni perchè me le ricordo come se fosse ieri.
Ma io cosa ho fatto?
Ho lasciato il minibasket per avere del tempo per me e giocare, ma io non ero un fenomeno, anzi, andavo decisamente meglio come allenatore.
Ci ho ripensato tante volte… ho fatto una scelta davvero sbagliata.

E’ vero in quel periodo caro basket io ti ho odiato tanto, ma poi ci siamo riavvicinati, era il 2001, i Lakers vincevano l’anello contro Philadelpia, c’era Kobe, Shaq, c’era Iverson che aveva fatto sognare tutti.
In quegli anni io mi ero re-innamorato di te, vedendo gli Spurs con Duncan, Ginobili e Parker vincere ad anni alterni e poi con la parentesi dei Bad Boys che vinsero l’anello nel 2004.
Poi ci fu la finale delle finali, la storia dell’NBA, fra Lakers e Celtics nel 2008 e poi nel 2010 finita 1-1 con uno dei miei giocatori preferiti al comando nei Celtics, Paul Pierce.

Poi però in questi ultimi anni è successo qualche cosa che ha fatto vacillare di nuovo la nostra storia.
Il basket è cambiato tanto, i giocatori sono cambiati, sono tutti super atleti capaci di devastare il ferro, si predilige una schiacciata a un pick & roll vecchia scuola come Stock to Malone ed è diventato di moda giocare run & gun e devo dire la verità all’inizio mi piaceva anche questo tipo di gioco.

L’anello del 2015 vinto da Golden State è stato divertente!
L’NBA ha iniziato a giocare con una velocità mai vista prima, a partire da Curry a John Wall, da Kerie Irving a Chris Paul, da Damian Lillard a Russell Wetbrook… tutti che giocano posseduti dal diavolo, tutti a sparare “from downtown” da 3 a più non posso, tutti a correre come dei pazzi.
Bello, divertente… per un anno, ma quest’anno mi hai stancato.
Vedere Golden State alla ricerca del record in stagione con un atteggiamento che poi è stato controproducente perchè poi si è visto come è adata a finire.
Curry ha iniziato ad irritarmi con quel paradenti, meno male che Green almeno gioca in un altro modo!

Ma questa è solo la una piccola parte, tu caro basket quest’anno ci hai fatto passare una vera e propria agonia, il ritiro del Mamba a fine stagione!
Un vincente, un cavallo di razza, un giocatore di un altro pianeta, ma ogni partita il tributo che che ogni squadra doveva fargli diventava un pò monotono, un pò pesante, così come è stata patetica la difesa su Kobe nell’ultima partita con i Jazz: d’accordo 60 punti bisogna anche farli, però la difesa è un’altra cosa.
Se nè andato un grande e con lui un pezzo del mio basket: grazie Kobe!
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Poi vogliamo parlare di Durant che se ne va Oklahoma? e dove va?
Ai Golden State Warriors!
Non in una squadra da costruire intorno a lui, ma va in una squadra reduce da un anello vinto nel 2015, una stagione da record nel 2016 e una finale persa nel 2016.
Con tutte le squadre che c’erano perchè GSW?
Perchè sei un perdente!

Jordan quando LeBron James se ne andò a Miami disse:

Io non avrei mai chiamato Larry Bird e Magic Johnson chiedendo loro di giocare con me: ero troppo impegnato a batterli

Ma quando King James se ne andò via da Cleveland, Miami era squadra mediocre e non da titolo, qui Durant va ai Warriors con tutta un’altra storia alle spalle.

E purtroppo le bandiere stanno finendo anche nell’NBA, Kobe ha sempre giocato nei Lakers ma ora in questi giorni si scopre che Wade, icona di Miami, va Chicago ma a fare cosa?
Con Rondo e Butler forse si arriva a fatica in finale di conference per venire poi spazzati 4-0 da Cleveland!
Troppi soldi, troppi interessi, troppo business, 2 sole squadre forti, le altre non contano.
E oggi cosa succede?
Diciamoci la verità, tutti i malati di basket se lo aspettavo, si ritira Tim Duncan, The Big Fundamental, ma fin quando non escono i comunicati uno spera ancora nell’ultimo anno.
L’ultimo pivot dell’NBA, un uomo umile, mai sotto i riflettori, un grande lavoratore, non era spettacolare, ma era un leader, era incisivo, era immenso!
Grazie Tim perchè i tuoi 5 anelli li ho vissuti tutti alla guida di una grandissima San Antonio.
Ogni giovane cestista dovrebbe cercare i tuoi video su youtube e imitarti perchè non si vive di sole schiacciate, no look, alley hoop.
Nel basket moderno è troppo facile essere forti fisicamente, ma chi vince ha tecnica, leadership e determinazione e questo il caro Duncan ne aveva da vendere!
Che sia lui da esempio per chiunque pratichi questo sport!
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Insomma 2 bandiere che si sono ritirate e che mi fanno odiare sempre più quello che rimane oggi del basket fatto di atleti 2.0 e di business.
Infine lascia a 39 anni il basket un grande lituano, Rimantas Kaukėnas, che giocò anche nella mia Cantù.
Un fuoriclasse capace ancora a 39 anni di dire la sua nel nostro campionato ma questo fa riflettere e pensare quanto sia mediocre e poco competitivo il basket italiano.
Non c’è una programmazione sui giovani e sui ragazzi emergenti.
Squadre pieni di stranieri scartati 5 o 6 volte dall’amerca e poi dall’Europa.
Squadre fatte di mercenari che non danno valore al basket italiano.
Basket italiano che le prende dalla Croazia e non si qualifica per le Olimpiadi, nell’anno “dei giocatori NBA”, ma con nessuno in grado di mettere le palle sul parquet.

Basket io ti odio!
Fortunatamente c’è un uomo che quest’anno è arrivato a dei livelli mai visti, grazie perchè non sono più un suo haters, grazie perchè forse l’anno prossimo c’è speranza per un basket fisico tifando tutti contro Golden State.
Grazie King James per le finali che hai disputato ed è solo meritto tuo che amo ancora questo sport!

W Il basket

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P.S. Mai dire mai nella vita: il minibasket è sempre li che mi aspetta 😉

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